BLOCKCHAIN: QUALCOSA SI MUOVE NEL GOVERNO

Con un decreto approvato dal Consiglio dei Ministri dello scorso governo, il 16 ottobre 2018, lo Stato si pone come abiettivo L’obiettivo sarebbe quello di dare piena validità giuridica ai dati conservati nelle blockchain o nei registri distribuiti.

Le “tecnologie basate su registri distribuiti” vengono definite come i “protocolli informatici che usano un registro condiviso, distribuito, replicabile, accessibile simultaneamente, architetturalmente decentralizzato su basi crittografiche” e sono finalizzate alla registrazione e convalida di dati “verificabili da ciascun partecipante, non alterabili e non modificabili”.

Le possibili applicazioni della certificazione dei dati su blockchain, potrebbe essere utilizzata per passaporti e certificati anagrafici, registri aziendali o scolastici, riscossione delle imposte e gestione di identità digitali, ma anche per l’utilizzo di smart contract, tracciabilità di transazioni, contrasto alla contraffazione.

Anche nell’attuale governo alcuni suoi esponenti,  il sottosegretario allo Sviluppo Economico Mirella Liuzzi, e il Ministro dell’Agricoltura Teresa Bellanova, hanno dichiarato che “che la blockchain e le tecnologie basate sui registri distribuiti possono essere un volano per promuovere le specificità dei nostri territori e tutelare i nostri prodotti da frodi e contraffazioni.”  e che “che, per tutelare i cittadini e assicurare la tracciabilità dei prodotti alimentari, si vuole favorire l’utilizzo di tecnologie avanzate come la blockchain. “

Naturalmente siamo ancora nel campo delle proposte futuribili, ma almeno c’è la base del decreto dello scorso anno da cui partire.

Attendiamo fiduciosi e seguiremo con attenzione ulteriori sviluppi

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