TORINO: COMUNE E UNIVERSITA’ UNITE PER LA M.C.

Quasi sicuramente questo autunno partiranno le prime sperimentazioni di un circuito di Moneta Complementare a Torino, sotto gli auspici del Comune e allo studio della Università di Torino, dove nell’ambito del Progetto Co-City un gruppo di studio coordinato dal professor Guido Boella sta valutando l’usabilità della moneta complementare e il tipo di soggetti da coinvolgere.

Più informazioni su CittAgorA’

PROGETTO CIRCUITI CIVICI LAB

Siamo in Molise: Innovation Factory (il Samex) attiva tra le diocesi molisane un circuito rivolto al pubblico giovanile, per accompagnare la eventuale nascita di imprese giovanili attraverso un periodo guidato di startup, in collaborazione con il Progetto Formativo LEAN STARTUP.

Per chi volesse approfondire l’argomento, QUI

IL BARTER FINANZA ALTERNATIVA

Un interessante articolo di Vincenzo Imperatore, giornalista e pubblicista, sul ruolo del Barter come integratore di liquidità e di gestione finanziaria in alternativa a quella classica.

Il problema di oggi, spiega Imperatore, è che non mancano né i beni, né chi eroga servizi; quello che manca è invece la liquidità. Esiste una grande massa di denaro contante congelato sui conti correnti o immobilizzato in titoli finanziari o immobiliari. Il ruolo della moneta, quello originario, di facilitare gli scambi commerciali, viene così meno. Come si potrà attuare una compravendita, se non si riesce a disporre del mezzo di scambio del valore dei beni e dei servizi offerti?

In realtà, il valore è intrinseco al bene scambiato, anzi è costituito dal bene stesso. Il Barter quindi non fa altro che tirare fuori questo valore, e offrirlo “in cambio” di un altro bene o servizio. Il problema nasce quando i due contraenti non trovano accordo sul tipo di beni da scambiare ed è qui che interviene il meccanismo del Barter: in cambio di un servizio ricevuto, o di una merce acquistata, non viene offerto un altro bene, ma viene riconosciuto un “credito” al venditore; questo credito per comodità lo possiamo chiamare “buono“, “punto” oppure “moneta complementare“, perché in realtà non sostituisce la moneta ufficiale ma la affianca. Questa “moneta complementare” potrà poi essere utilizzata dal venditore per acquistare a sua volta beni e/o servizi da chi riconosce questo credito, vale a dire tutti coloro che iscrivendosi nel circuito della moneta complementare, ne accettano le regole.

Chi può aderire ad un circuito del genere…? Non certo chi non ha arte né parte! Nemmeno chi non ha nulla da offrire in vendita! Può aderire, e gli conviene farlo, solo chi ha cose da vendere: oggetti, fondi di magazzino, articoli invenduti, oppure ha una struttura capace di erogare servizi in quantità superiore alla domanda dei suoi attuali clienti. In pratica il risultato che si ottiene è un incremento  del proprio giro di affari, con aumento del fatturato e relativo abbassamento della quota di costi fissi sul venduto, cosa che gli consentirebbe anche un maggior margine di guadagno.

In tutto questo, quello che manca per far diventare davvero il Barter complementare alla moneta corrente, è il suo utilizzo anche nel pagamento delle tasse, bollette utenze e tributi vari. Ma questa possibilità è solo una questione di volontà politica. Noi ci limitiamo a dire che una tale possibilità farebbe dilagare questo sistema di pagamento e contribuirebbe non poco alla scomparsa della disoccupazione.: poter pagare le utenze (acqua, luce, gas, telefono…) e, perché no, anche le tasse, con il proprio lavoro, è la soluzione ideale per chi ha capacità di lavoro ma non riesce a trovare chi sia disposto a pagarlo con la moneta ufficiale.

Per chi vuole leggere l’articolo di Imperatore, questo è il link:

Corporate Barter: un baratto come soluzione di finanza alternativa

MONETA COMPLEMENTARE TALENTO

A Caulonia (RC), il 15 marzo 2018, è stato presentato il Progetto Moneta Complementare Talento, già presentata per la prima volta a Catania il 4 novembre 2017, con lo scopo di favorire la collaborazione tra aziende, consumatori, liberi professionisti del territorio. E’ stato fatto riferimento esplitico al Wir, sottolineando però di aver apportato alcune modifiche per facilitare l’ingresso a tutte le realtà locali. L’ingresso al circuito è gratuito, con relativa apertura di un conto. L’ambizione di questo nuovo circuito comunque è grande, e guarda a tutto il territorio nazionale.

Molti auguri, dunque a questo nuovo circuito! Per chi volesse approfondire l’argomento, rimandiamo al sito talentodigitaleconomy.it

PUBBLICITA’ PAGATA CON LE VENDITE

Sixth-Continent offre alle aziende che volessero farsi pubblicità la possibilità di pagare con le vendite realizzate grazie al servizio pubblicitario ricevuto. Per dirla più semplicemente: se non vendi niente, non paghi.

Chi fosse interessato può capire meglio collegandosi al sito di SXC

Fonte: Advertiser.it

IL VENETEX SUPERA I DUE MILIONI DI TRANSATO

La moneta complementare veneta ha raggiunto nel 2017 il traguardo di scambi per un valore complessivo di 2 milioni di euro. Non ci stanchiamo mai di chiarire che le monete complementari non hanno nulla a che fare con le criptovalute tipo Bitcoin, che sono oggetto di mercato finanziario. Invece questo circuito, come i tanti nelle altre regioni,  si basa sullo scambio di servizi fra imprese, senza l’intermediazione di denaro. Ad oggi il bilancio di questa moneta veneta è di 400 aziende iscritte al circuito in aggiunta a 300 conti personali di dipendenti delle stesse aziende. Per chiarire meglio, questo vuol dire che molte aziende iscritte al circuito pagano molti dei loro dipendenti, che hanno accettato, parte dei loro stipendi in venetex. Costoro potranno poi utilizzare tali crediti per acquistare merci presso le aziende iscritte, ma non necessariamente presso la stessa in cui lavorano. Questo comporta un risparmio in euro da parte delle aziende per pagamento stipendi e la possibilità da parte degli stessi dipendenti di poter usufruire di un margine in più di spesa.

Il settore del Fintech, a cui appartiene la categoria delle monete complementari, ha raggiunto ormai in tutto il mondo gli 850 miliardi di dollari di transato, mentre in Italia gli scambi complessivi si attestano sui 50 milioni e i settore è in rapida crescita.

Fonte: TREVISO TODAY

 

CENTRI COMMERCIALI NATURALI

Cosa sono…?

Si pensi ad un gruppo di negozi situati tutti in uno stesso quartiere di una città. Ognuno di essi ha una sua peculiarità: chi vende alimentari, chi abbigliamento, qualcuno è specializzato in articoli sportivi, qualcun altro vende articoli da regalo… poi ci sono alcuni bar, delle trattorie…

Insomma un tessuto di varie attività. Ora si pensi a tutti questi esercizi commerciali che si incontrano e si organizzano per programmare insieme attività promozionali, campagne informative, premi fedeltà… decidono di creare un punto comune in rete e dare ai loro clienti l’opportunità di tesaurizzare gli acquisti fatti in ognuno di essi, mediante una card, o uno smart-phone, o altro.

Ecco che si è creato un Centro Commerciale Naturale. Centro commerciale in quanto li unisce una comune strategia commerciale; Naturale, perchè hanno tutti una ragione ovvia di stare insieme e organizzarsi: sono tutti nello stesso quartiere.

Di questa organizzazione tra aziende, ognuna autonoma ma con degli interessi comuni, si era già parlato quando si è discusso delle Reti di Imprese. In questo caso si tratta di qualcosa di più spontaneo ed immediato: mettersi insieme, perché l’unione fa la forza, per contrastare lo strapotere dei Centri Commerciali, quelli classici, che però di solito sono fuori della città e per raggiungerli bisogna usare l’auto, la metro, o insomma un mezzo quale che sia.

In questo caso la similitudine è più attinente a quella dell’Albergo Diffuso.

Per chi voglia approfondire ulteriormente questo concetto, c’è un interessante articolo QUI. Oppure potete contattarci direttamente tramite una mail a info @ imthi.it

Ma sostanzialmente ci sembra che i vantaggi, sia da parte dei gestori gli esercizi, che da parte dei loro clienti, sia evidente.

 

 

IL CROLLO DEL BITCOIN

E’ successo: il valore del bitcoin, dopo un aumento asintotico delle ultime settimane, è crollato

Era una notizia prevedibile con largo anticipo: la bolla della criptovaluta in questi ultimi mesi si era gonfiata talmente da far presagire uno schianto imminente. E guarda caso prima di Natale c’è stato lo sgonfiamento improvviso della sua valutazione: dall’aver toccato quasi i 20.000 € è precipitata al poco più di 10.000 € con uno tonfo del 40%.

La grandissima variabilità della valutazione di questa criptomoneta la rende di per se inadatta per gli scambi concreti basati su merci e servizi reali, che possiedono un loro valore intrinseco. Se diamo un’occhiata all’andamento del prezzo del bitcoin negli anni:

si può notare l’altissima oscillazione del suo valore, il che la rende più adatta a speculazioni finanziarie che non ad essere utilizata nella vita reale.

(grafico tratto da: money.it)

Si precisa qui per l’ennesima volta che la Moneta Complementare che proponiamo qui NON HA NULLA A CHE FARE con questo tipo di criptomoneta: i meccanismi che sono alla base del bitcoin sono di tipo tutt’affatto diverso e completamente slegati dalla realtà concreta. La differenza sostanziale, oltre alla natura intrinseca della moneta, è che il bitcoin, come tante altre criptovalute speculative, è commerciabile, e subisce la dittatura della legge della domanda e dell’offerta, cosa che non esiste per la nostra Moneta Complementare, essendo essa inconvertibile e il cui valore è fissato a quello dell’euro.

La tracciabilità del bitcoin infine è controversa, e non semplice da effettuare.

Ricordiamo che la nostra Moneta Complementare invece ha caratteristiche esattamente contrarie:  i suoi scambi sono tutti registrati in chiaro in un archivio centralizzato, con relativi dettagli delle persone fisiche e giuridiche che effettuano gli acquisti e le vendite: insomma tutto alla luce del sole!

LA MONETA COMPLEMENTARE CONTRO IL MALAFFARE

I finanziamenti pubblici sono da sempre oggetto di cupidigia da parte della criminalità di ogni tipo. La gestione pubblica di una massa enorme di denaro porta nei territori squilibri e opacità a tutto danno delle aziende oneste che si vedono costrette ad operare in un mercato drogato.

L’utilizzo della moneta complementare nel finanziamento delle opere pubbliche o nel sostegno finanziario alle aziende porterebbe invece chiarezza e onestà nei rapporti con lo Stato e le sue istituzioni.

Perché?

Per il semplice motivo che l’uso della M.C. presuppone l’inserimento delle aziende che la usano in un elenco ufficiale di aziende autorizzate; che le transazioni sarebbero tutte soggette al controllo di un gestore centrale e che alla fine le somme oggetto di finanziamento non potrebbero essere destinate a scopi diversi da quelli concordati. Il tutto dovrà avvenire all’interno di un circuito strettamente controllato, e il cui bilancio in dare ed avere alla fine dovrà essere pari a zero. La moneta fornita dallo Stato potrà quindi servire a pagare fornitori, imprese, dipendenti, e potrà essere restituita allo Stato tramite la fiscalità di ogni tipo. Lo Stato avrebbe il vantaggio di non portare grosse somme a debito nel ruolo della moneta ufficiale (l’euro) e di conseguenza non contribuire alla crescita del debito pubblico, ridiventando in tal modo proprietario e gestore di una sua “moneta” sulla quale però anch’esso sarà obbligato a rispettarne le regole per non inflazionarne la circolazione. Il beneficio per l’economia del Paese sarebbe evidente ed immediato, e porterebbe un incremento delle transazioni commerciali su tutto il territorio nazionale.