RISCHIO ITALIA, IL DEBITO E’ TROPPO ALTO: COS’E’ LO SPREAD?

In queste settimane abbiamo avuto modo di risperimentare la paura dello SPREAD; gli esponenti del governo, dopo alcune dichiarazioni piuttosto ottimistiche, stanno ritornando un po’ sulle loro posizioni, rivedendole per raggiungere un accordo con la  Commissione Europea. Ma cosa significa esattamente questo “numero”…? Lo Spread di cui si parla non è nient’altro che il differenziale del costo delle obbligazioni di pari scadenza (10 anni) e di pari cedola tra le emissioni della Germania e quelle del nostro governo. Il nostro debito è costituito da Titoli di Stato emessi dall’Italia nei tempi passati, con varie scadenze e tassi di cedola. Tanto per fare un rapido esempio, prendiamo il caso di un BTP (Buono Poliennale del Tesoro) emesso anni fa, con scadenza nel mese di novembre del 2031, e che paga ogni sei mesi, a chi ne ha acquistato alcune quote, una “cedola” (cioè riconosce un interesse sul prestito) pari al 6% annuo del valore nominale delle quote possedute. E’ quindi un impegno dello Stato italiano a restituire la somma pagata nel 2031 e nel frattempo viene versata periodicamente al possessore una somma pari ad un tasso di interesse del 6% annuo lordo (3% semestrale). Il valore nominale è pari a 100 ed è il prezzo che verrà rimborsato alla scadenza del prestito. Ma il Titolo è commerciabile su un particolare mercato finanziario (il Mercato Secondario) come una qualsiasi merce soggetta alla domanda e all’offerta, e come ogni merce, il suo prezzo su questo mercato può variare a seconda se la richiesta di acquisto è alta o bassa: se è alta, il suo prezzo può aumentare, ed infatti attualmente questo BTP ha un prezzo ben superiore a quota 100 nominale con cui sarà rimborsato. Ma se la richiesta di acquisto dovesse scendere, scenderebbe anche il prezzo per poterlo collocare. Un Titolo di Stato tedesco di pari caratteristiche (Bund) attualmente costa molto di più del Titolo italiano, perché ci sono più richieste di acquisto, mentre per quello italiano stanno aumentando le richieste di vendita di chi già lo possiede, che per poterlo vendere velocemente ne abbassa il prezzo; questa dinamica potrebbe anche farlo scendere al di sotto del valore 100. La differenza di prezzo tra il Titolo italiano e l’analogo Titolo tedesco, si chiama Spread (“differenza” in inglese). Attualmente lo Spread sale, perché il valore dei nostri Titoli a 10 anni sta scendendo, mentre quelli tedeschi no. Quindi, nel caso scendessero anche quelli tedeschi, lo spread si abbasserebbe, ma, come si dice, mal comune non fa mezzo gaudio: vorrebbe dire che anche la Germania si trova in crisi finanziaria!

Quindi il rischio per l’Italia resterebbe, anche con uno Spread basso, nel caso fosse dovuto al fatto che anche la Germania è a rischio. Ma per motivi tecnici (la Bundesbank tedesca fa da calmiere al prezzo dei Bund) questo non avviene, ed ecco che lo Spread sale e scende a seconda delle vendite e degli acquisti dei nostri Titoli.

C’è un “manovratore” dietro tutto questo…? No e sì. No, nel senso che la variazione del prezzo lo decide, come dicevamo, la domanda e l’offerta, per cui se il numero di coloro che vogliono acquistare è molto più piccolo di coloro che vogliono vendere, ecco che il prezzo di adegua e si abbassa; Sì, perché esistono dei fondi speculativi agenti sul mercato secondario, che riescono a manovrare enormi somme di denaro, e quindi possono influenzare, con i loro acquisti e le loro vendite, il “sentiment”, la tendenza dei piccoli operatori, che seguono l’andazzo. Oltre i grandi fondi speculativi, ci sono anche e soprattutto le banche nazionali degli Stati esteri (nel 2011-2012 operò la banca tedesca come grande venditrice di titoli italiani, facendo salire lo Spread fino a 600!)

In definitiva, non esiste un Grande Manovratore, ma il pericolo che qualcuno voglia giocarci qualche brutto scherzo rimane, anche se per costui potrebbe essere molto rischioso in termini di perdita finanziaria. Spetta a noi fare in modo che nessuno mai ritenga conveniente far alzare lo Spread dell’Italia!