LA LOMBARDIA INIZIA CON IL “LOMBARD”

Con la Legge Regionale 19 febbraio 2014 , n. 11, Impresa Lombardia: per la libertà di impresa, il lavoro e la competitività, inizia in Lombardia il percorso sperimentale della moneta complementare lombarda.  I punti salienti di questa legge, qui appresso riassunti:

2.  La Regione favorisce il rilancio produttivo a partire dai settori strategici contrastando la delocalizzazione anche attraverso azioni di fiscalità di vantaggio e altri opportuni interventi atti ad agevolare le imprese, in particolare quelle che si impegnano a mantenere in Lombardia la loro presenza, salvaguardando l’occupazione ed il lavoro.

3.  La Regione, al fine di favorire il recupero di competitività e occupazione, opera per consolidare una politica industriale e la presenza del settore manifatturiero, spina dorsale dell’economia lombarda.

ci dicono dell’intenzione della Regione Lombardia di dare una scossa all’attuale situazione economica della Regione che, come ben sappiamo è la locomotiva che trascina l’economia di tutto il Paese.

All’articolo 4, viene introdotta la “Moneta Complementare“, anche se, come detto, in via sperimentale:

Art. 4
(Circuito di moneta complementare)

1.  Ai fini dell’attuazione di quanto disposto dagli articoli 2 e 3, con particolare riguardo alle misure di accesso al credito, la Regione promuove la costituzione, in forma sperimentale, di un circuito di moneta complementare, da intendersi esclusivamente quale strumento elettronico di compensazione multimediale locale per lo scambio di beni e servizi.

2.  La Giunta regionale, previo parere della competente commissione consiliare, con appositi provvedimenti dispone le norme attuative e la disciplina del circuito di moneta complementare di cui al comma 1.

La realizzazione del circuito avverrà, come ormai consolidata esperienza del WIR svizzero, mediante l’utilizzo del sistema a Camera di Compensazione, vale a dire che tutti gli scambi saranno registrati in appositi conti tenuti su una “banca” centrale, che funge da archivio delle transazioni. Dopo un periodo di ampie discussioni (vedasi il precedente articolo sul convegno in Lombardia sulla moneta complementare), il progetto approda all’attuazione pratica. Lo scopo è quello di dare un sostegno alle aziende lombarde in questo periodo di crisi del credito e di sviluppare gli scambi all’interno della Regione. Non sappiamo ancora come verrà denominata l’unità di conto che verrà adottata in Lombardia, però quello che sappiamo è che non conta il nome, ma come essa verrà gestita e quali regole le saranno assegnate, dato che il successo di una tale iniziativa dipende in grandissima parte dalle cosiddette “regole del gioco“.

Noi, come convinti sostenitori del progetto Moneta Complementare, ci auguriamo che questo esempio si estenda al più presto anche da noi. Per questo lavoriamo e ci impegneremo.

Testo della legge della Regione Lombardia del 19 febbraio 2014

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IL SARDEX: LA MONETA DELLA SARDEGNA

Sono oltre 600 le aziende sarde affiliate al circuito della moneta complementare sarda, denominata SARDEX.  Come l’esperienza del WIR svizzero, anche il SARDEX utilizza il sistema della Camera di Compensazione (la banca virtuale) per la realizzazione di fidi a vantaggio degli iscritti. Fidi con cui è possibile acquistare merci e servizi e pagare con altre merci e/o servizi. Qui, al contrario del WIR però (in cui era previsto un tasso dello 0.5% ) non è previsto alcun interesse per il prestito (fido). Il criterio è esattamente quello di cui una banca tradizionale non vi parlerà mai: solidarietà e mutuo soccorso. Un’azienda in difficoltà non sarà mai lasciata sola, ma sarà aiutata dagli iscritti a produrre e vendere, attuando quel principio etico della mutua assistenza che consente alle aziende presenti nel circuito di lavorare e crescere.

Ora, dopo anni di esperienze con le aziende, quindi con i soggetti a partita IVA, sta partendo anche il progetto per i privati, per una integrazione totale dell’economia sarda.

IL RUOLO DELLA REGIONE

Nel progetto del SARDEX potrebbe essere coinvolta anche la regione Sardegna. In che modo? Essa potrebbe essere garante di un importo di circa 20 milioni di euro (storia del marzo 2013) con cui verranno garantiti 500 sardex  al mese a 10.000 disoccupati sardi. E la stessa regione fornirà servizi al circuito: trasporti, affitto locali pubblici, piccoli pagamenti di tributi…

 
Vedi anche:

Sardex, moneta a chilometri zero. Ecco come funziona e quanto vale

e il sito del Sardex

ANCHE L’EMILIA ROMAGNA VERSO L’UTILIZZO DELLA MONETA COMPLEMENTARE

Sia chiama:

“Norme per la promozione e il sostegno dell’economia solidale”

Si tratta di un progetto di legge della regione Emilia-Romagna, presentato il 14 novembre del 2013 e in itinere per la sua approvazione con il n. prot. 3983. Si tratta di un progetto interessante, anche se, come molte cose interessanti, viene fatto passare un po’ in sordina. All’articolo 4, comma 1, recita:

1.  La Regione Emilia- Romagna, nell’ambito del proprio sistema di decentramento territoriale e attraverso il coinvolgimento e la collaborazione degli Enti Locali e degli altri soggetti istituzionali, nei limiti delle rispettive competenze, ai sensi di quanto previsto all’articolo 2, adotta iniziative e interventi volti a valorizzare, promuovere e sostenere:

lo sviluppo dell’Economia Solidale e la messa in rete dei soggetti che svolgono attività e iniziative in questo ambito;

il riconoscimento e l’applicazione dei “Sistemi Locali di Garanzia Partecipata”, come definiti all’articolo 3, comma 1, lettera g);

facendo poi seguito al comma 2:

La Regione, anche attraverso il coinvolgimento e la collaborazione degli Enti Locali e degli altri soggetti istituzionali, nei limiti delle rispettive competenze, adotta iniziative e individua strumenti orientati a promuovere e sostenere le prassi di Economia Solidale in tutti gli ambiti e settori ritenuti importanti per la promozione di nuovi modelli economici solidali, ed in particolare:

………………………………………………….

e) nel settore della finanza etica, mutualistica e solidale:

…………………………………………………..

promuovendo la nascita, la diffusione e l’utilizzo, anche da parte di Regione ed Enti Locali, di strumenti di scambio non monetari creati dal basso promuovendo altresì il confronto e l’approfondimento sul tema delle monete complementari.

fonte: Regione Emilia-Romagna