A COSENZA NASCE IL BRUZIO

Il Comune di Cosenza ha deciso di istituire una propria moneta locale: il Bruzio. A cosa serve? Sarà distribuito ai poveri o, in termini politicamente corretti, ai residenti economicamente svantaggiati. Come funziona?

Verrà distribuita, come detto ai meno abbienti, che dovranno spenderla negli esercizi commerciali della città e dintorni. Ma c’è un dettaglio interessante: al contrario di tutte le altre monete complementari, questa moneta cosentina è convertibile in euro. In realtà il Comune deve aver stanziato dei fondi (in euro) per queste persone, ma invece di elargirli pari pari in euro, li ha convertiti in questa moneta locale. Lo scopo è quello di assicurarsi che questi soldi verranno spesi tutti nel territorio e non utilizzati per acquistare prodotti di importazione. I commercianti che incasseranno questi bruzi potranno poi rivolgersi al Comune per farseli cambiare. Però non prima del primo luglio prossimo e non dopo il 31 dicembre dello stesso anno. Il Comune quindi garantisce il rimborso di tutte le monete emesse, ma con una piccola furbizia: il bruzio è una vera moneta fisica, coniata in argento e con il facciale di 20 euro. Verrà distribuita agli aventi diritto in 4 monete per famiglia (i famosi 80 euro di Renzi hanno fatto scuola!) e il Comune spera così che qualche collezionista invece di chiederne la conversione se la tenga come pezzo da collezione. Ma per la sua stessa natura (bruzio moneta da “collezione”), il discorso ch fa il Comune di Cosenza non potrà limitarsi soltanto ai più poveri del Comune, ma si estenderà necessariamente allo strato della classe media, dove si trovano i collezionisti, e così l’esperimento del bruzio sarà qualcosa di molto interessante da tenere d’occhio.

Una analoga iniziativa la sta attivando il Comune di Pomigliano D’Arco,  il “Pomi”, equiparato all’euro come valore, ma non in conio metallico bensì in banconote da 1 e 2 pomi; anch’esso con la possibilità di convertire la moneta locale in euro grazie allo stanziamento di un fondo di garanzia. Come il bruzio, anche il pomi verrà distribuito gratuitamente tra i meno abbienti del Comune.

Si tratta di esperimenti interessanti, ma ci viene da fare una riflessione: invece di fare tante iniziative separate l’una dall’altra, non sarebbe più efficace un coordinamento tra i vari Comuni interessati, al fine di allargare il territorio di azione di queste monete? Sappiamo bene che per funzionare, una moneta ha bisogno di un circuito che comprenda molte categorie di merci e servizi e che se il suo uso si stringe ad un territorio troppo piccolo, spenderla sarà più difficile. Ma è solo una nostra piccola riflessione.

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