NINO GALLONI: COME AFFRONTARE LA RIPRESA ECONOMICA IN ITALIA?

Un interessante contributo del prof. Nino Galloni su quali strumenti utilizzare per far ripartire l’Italia debilitata da due mesi di lockdown; l’emergenza attuale infatti, più che sanitaria, è sociale.  Si discute in Italia sul MES e i BTP come strumenti finanziari per fronteggiare la crisi post-COVID. Quale dei due converrebbe economicamente al nostro Paese? Questo è il dibattito sul tavolo aperto tra il Governo e i vari movimenti e partiti politici.

L’utilizzo della Moneta Complementare, per dare spinta alle aziende e piena occupazione, per incrementare i consumi e rinsanguare un mercato asfittico.

Con la Moneta Complementare esiste la concreta possibilità di evitare ulteriore indebitamento dek Paese (con il MES o con i BTP non ha importanza) e mettere negli ingranaggi delle aziende nazionali pubbliche e private la liquidità sufficiente per riavviare le macchine e i consumi.

Il tutto è QUI

 

MONETA COMPLEMENTARE PER FORLI’ ?

Il M5S di Forlì propone una moneta complementare comunale, utilizzando il circuito Liberex, legato all’esperienza sarda del Sardex, e proposto negli scorsi anni anche dallo stesso ANCI.

Il “Coerentemente con il nostro programma delle scorse elezioni comunali, dove il gruppo di lavoro del nostro Meetup aveva individuato anche le monete complementari come mezzo per risollevare l’economia locale, ci sentiamo in dovere di riproporlo ora, perchè in questo periodo diventa ancora più impellente l’adozione di questa misura, vista la sfida economica epocale a cui la pandemia da Covid 19 ci ha messo di fronte”.

Il M5S, tramite i propri portavoce consiliari, Simone Benini e Daniele Vergini, spiegano che lo ritengono un efficace sistema per risollevarsi dalla crisi economica dovuta al covid-19 e dare “uno stimolo all’economia, soprattutto locale, e le monete complementari aiutano ad aumentare la disponibilità di spesa, e quindi della domanda, all’interno del territorio”.

La moneta complementare non è nulla di strano ma un patto tra famiglie ed imprese per trattenere e far circolare la ricchezza nei propri territori, un atto di solidarietà concreta per ridurre i prezzi senza diminuire i redditi. Si tratta in pratica di un sistema di “buoni sconto” che affianca la moneta legale, e si esplicita nello sconto che viene fatto su un bene o su un servizio, spendibile solo all’interno di un circuito strettamente locale”.

A prescindere da come questa iniziativa venga interpretata, come sistema di buoni sconto o come un vero e proprio circuito parallelo di scambi commerciali, ci sembra che sia meritevole di un approfondimento, specie in un periodo come questo, dove si deve far di tutto per stimolare l’econoia di un territorio. Per quanto, e di questo siamo fondamentalmente convinti, il sistema migliore di stimolo degli scambi economici sia l’utilizzo di un circuito che sia a livello nazionale e che non si limiti a scambi locali, dove la presenza industriale e commerciale potrebbe risultare insufficiente ad un appropriato soddisfacimento di tutti i bisogni merceologici e di servizi.

La notizia è stata presa da:  4live.it

UN SEMPLICE ESEMPIO DI RINASCITA ECONOMICA DI UNA AZIENDA

E veniamo ad una pratica esemplificazione di come può, l’utilizzo di un circuito di Moneta Complementare valido per tutto il territorio nazionale, essere il sostegno per la ripresa economica delle aziende colpite da questa crisi sanitaria ed economica. Seguiteci:

– Il sig. Salvatore possiede un negozio di abbigliamento, chiuso per un mese a causa dei provvedimenti di lockdown di questo periodo. Il sig. Salvatore ha finalmente avuto la possibilità di riaprire, ma si trova in una fortissima crisi di liquidità; avrebbe bisogno di soldi per il suo locale, per saldare i debiti accumulatisi in questo periodo e rinnovare il locale anche alla luce delle nuove regole di accesso della futura clientela. Si rivolge ad una azienda che commercializza attrezzature per negozi e ad una azienda per la sanificazione dei suoi locali: dopo fatti i preventivi, il sig. Salvatore si rende conto di aver bisogno di una cifra rilevante subito, per l’acquisto delle attrezzature e dei servici necessari.

Si rivolge ad una banca; tra difficoltà di accesso agli sportelli (in questo periodo le banche non si sono fatte scrupolo di rendere ancora più difficoltoso il solo semplice accesso ai loro servizi, contando sul fatto di essere praticamente dei monopolisti dei prestiti). La banca, dopo averlo fatto aspettare un bel po’, gli chiede garanzie sulle somme richieste in prestito, in quanto la sola garanzia dello Stato non è sufficiente a coprire tutta la somma, e le cose rischiano di andare per le lunghe, senza affrontare ancora il discorso degli interessi, che sicuramente non sono ZERO.

La situazione quindi è questa: il sig. Salvatore ha contattato le aziende che possono aiutarlo a rinnovare il suo locale, ma non è ancora riuscito a procurarsi i soldi per acquistare questi servizi e queste merci.

Allora entrano tutti nel circuito della Moneta Complementare: il sig. Salvatore parla con le sue aziende fornitrici e comunica loro di voler pagare con la Moneta Complementare, vale a dire che riconoscerà a queste aziende un credito pari al valore delle merci e servizi che intende acquisire. Le due aziende accettano ed entrano di conseguenza anche loro nello stesso circuito: forniscono al sig. Salvatore quello di cui ha bisogno e vengono pagate con un credito pari al valore delle merci e servizi ceduti.

Finalmente il sig. Salvatore può procedere al rinnovo del suo locale, senza aver avuto alcun bisogno dei prestiti della banca.

Le aziende che hanno fornito il sig. Salvatore sono ora ricche di un credito che potranno utilizzare per acquistare ciò di cui hanno bisogno da altre aziende loro fornitrici, che entrano oviamente anche loro nelo stesso circuito, ed i crediti che il sig. Salvatore ha riconoscito loro, passano alle aziende fornitrici dei suoi fornitori. E così via.

Il sig. Salvatore può così iniziare la sua attività di vendita, e con i suoi incassi ha la possibilità di azzerare il suo debito. Come…? In pratica vendendo il suo abbigliamento nello stesso circuito in cui ha fatto acquisti di merci e servizi.

In tutto questo, si riprendono le vendite e gli acquisti: le aziende iniziano a lavorare e ad offrire le proprie merci e servizi, e l’economia riparte. E il tutto, SENZA L’AIUTO DELLE BANCHE. In realtà le banche sono escluse da questa rinascita: il loro monopolio dei prestiti in questo circuito non serve a niente, perché nessuna delle aziende iscritte al circuito ha bisogno dei loro soldi. Ha bisogno solo di veder riconosciuta la propria realtà come una azienda solida e capace di lavorare e generare profitti, e questo riconoscimento gli deriva dalle aziende che come la sua sono iscritte nel circuito: un circuito di mutua assistenza e riconoscimento.

Ecco, questo è un esempio di rinascita economica utilizzando il Circuito di Credito Multilaterale in Compensazione, vale a dire la Moneta Complementare.

E non ci si venga a parlare di “criptovalute“!

MONETA COMLEMENTARE PER AIUTARE LA RINASCITA DEL PAESE

Cosa può fare una moneta complemenatre unica valida per tutto il territorio nazionale per aiutare la rinascita economica del nostro Paese…? In base a quali meccanismi aiuterebbe l’economia a crescere?
Occorre ribadire qui il concetto importantissimo e fondamentale, che la Moneta Complementare, in qualsiasi maniera la si voglia chiamare, è retta da regole assolutamente diverse da quelle che regolano il corso delle monete ufficiali. Quelle stesse regole che rendono tali monete ufficiali ssolutamente inadatte a sostenere la crescita economica di un Paese.
Perché…?
Perché in realtà le monete ufficiali in corso corrente in tutti i Paesi del mondo, non sono quello che dovrebbero essere: cioè delle semplici unità di conto. No, esse in realtà non sono altro che delle merci da scambiare. Le monete ufficiali infatti si comprano e si vendono su un apposito mercato, chiamato FOREX, nel quale, come in tutti i mercati, il loro valore e quindi il loro prezzo sale e scende in dipendenza della legge mercatale della Domanda e dell’Offerta.
Insomma, a dirla breve, queste monete sono soggette a svalutazione e rivalutazione, mettendo il Paese che le stampa in situazioni che possono diventare molto difficili, in ambedue i casi: se si rivalutano troppo (altra richiesta di acquisto della moneta) le merci prodotte dalle aziende presenti in quel Paese avranno grandi difficoltà a vendere i loro prodotti all’estero; ma se vengono svalutate (stampa eccessiva o domanda di acquisto scarsa) le stesse aziende avranno difficoltà ad acquistare merci importate dall’estero. In entrambi i casi si crea uno scquilibrio finanziario che danneggia il Paese e la sua economia. Tutto questo rende gli Stati molto fragili finanziariamente e dipendenti dalle fluttuazioni dei prezzi nei mercati finanziari, con conseguente perdita di sovranità.

E quindi la Moneta Complementare…?

Quando parliamo di moneta complementare, il discorso cambia dal giorno alla notte. Innanzitutto, la Moneta Complementare non è affatto una merce, ma una semplice unità di conto, cioè quello che dovrebbero in realtà essere tutte le monete. Non è una merce, perché non si può acquistare sul FOREX e quindi non è soggetta alle oscillazioni di prezzo insite in un mercato, dominato dalla legge della domanda e ell’offerta. Non è convertibile con la moneta ufficiale e pertanto segue un circuito di scambio assolutamente separato da quest’ultima. Tenuta sui conti individuali e societari, oppure prestata, non genera interessi; pertanto non c’è alcun interesse da parte dell’utenza a tesaurizzare e quindi ad eliminare dalla circolazione i propri incassi. Anzi, la vera ricchezza della Moneta Complementare è proprio la sua capcità di essere scambiata velocemente, per concretizzare quelli che in realtà non sono altro che crediti economici, trasformandoli in merci e servizi a vantaggio di chi li acquista e di chi li vende.
Si è quindi scoperto un primo grande vantaggio, una vera e propria forza, della moneta complementare: essa favorisce gli scambi, perché non c’è alcun interesse a tesaurizzarla.
Un altro grande vantaggio è costituito dal circuito esclusivo in cui essa può circolare ed essere accettata: un circuito che resta separato da quello in cui si utilizza la moneta uffiiale. Pertanto, se gli scambi che utilizzano la moneta ufficiale possono intervenire in tutto il mondo, con acquisti e vendite all’estero, e con il rischio di dilapidare ricchezza in acquisti fatti in Paesi esteri, con relativo indebitamento complessivo nazionale, invece gli scambi attraverso il circuito che accetta la moneta complementare, essendo essa riconosciuta solo nel Paese in cui circola, sono necessariamente limitati all’interno del territorio nazionale, favorendo in questo modo la crescita economica delle aziende nazionali. Le quali possono però sempre, utilizzando il circuito della moneta ufficiale (che resta comunque in vigore) scambiare con l’estero le proprie merci.
L’utilizzo della Moneta Complementare rappresenta quindi un punto di forza e di sostegno alle aziende nazionali, e non limita assolutamente la possibilità di tali aziende di scambiare con l’estero. In definitiva viene ad esistere un circuito di mutuo appoggio tra tutte le aziende nazionali, che possono in questo modo sostenere con più tranquillità la competizione con le aziende estere.
La moneta Complementare realizza in tutto il territorio nazionale, quello che le cooperative e le reti di aziende realizzano per i loro consociati: un mutuo aiuto e garanzia per la loro crescita economica.
E soprattutto, l’uso della Moneta Complementare non genera, a carico dello Stato in cui circola, nessun ulteriore debito pubblico.
Ci sono partiti politici che hanno capito questo meccanismo virtuoso, si spera che riescano ad imporlo anche a quei partiti che tutt’ora risultano ciechi e sordi, vittime dei loro stessi pregiudizi.

PS: doverosamente ci preme rispondere ad una eventuale osservazione, che è quella relativa a monete come il “BITCOIN”: “Ma il Bitcoin si scambia e il suo prezzo sale e scende, a volte anche in maniera paurosa!“. La sola risposta a questa osservazione è: “Infatti il BITCOIN, e tutte le altre monete che vengono definite Criptovalute, NON E’ UNA MONETA COMPLEMENTARE“.
Nient’altro da aggiungere. Chi usa monete come il Bitcoin e simili, lo fa a proprio rischio e pericolo. Ma che non vengano mai confuse con la Moneta Complementare, che può esistere solo laddove esistono aziende sane e produttive, che possono offrire merci e servizi in cambio dei crediti che la Moneta Complementare può offrire!

UNA PROPOSTA PER L’ITALIA

Da un articolo di Micromega, Enrico Grazzini propone di creare per l’Italia una “quasi moneta complementare”, in realtà l’emissione da parte dello Stato italiano di Titoli di Sconto Fiscale (TSF) in alternativa o in aggiunta ai Titoli del Tesoro attuali con scadenza di 4 anni dall’emissione, assegnandoli ad Enti Pubblici, famiglie e imprese al fine di aumentarne il potere di spesa. Tali titolil a causa della loro struttura intrinseca, non andrebbero ad aumentare il cumulo del debito pubblico italiano, ma sortirebbero effetti benefici sulla circolazione della moneta e quindi sul commercio in generale nel Paese, con conseguente aumento del PIL. La tesi è che l’aumento di PIL che produrrà questa operazione, compenserà i capitali da utilizzare quando questi titoli andranno a scadenza. L’argomentazione è piuttosto articolata, e sarebbe conveniente leggersi tutta l’esposizione al link dell’articolo:

L’“Appello per l’Europa” di Sindacati e Confindustria è un clamoroso errore storico

In questo articolo inoltre l’autore si pone in posizione critica nei confronti di un certo europeismo di maniera espresso da istituzioni di rappresentanza (sindacati e confindustria) che non vanno a fondo nella analisi di una crisi che coinvolge tutti i Paesi dell’Eurozona e dell’EU in generale, e ritiene velleitarie le proposte  avanzate da queste istituzioni, come la creazione degli Eurobond: una proposta già presentata da tempo ma che non ha riscosso alcun favore da parte delle istituzioni comunitarie e dei Paesi membri più forti economicamente; Germania in primis, la quale avrebbe intenzione di fare l’Europa, come si dice da noi, “con i fichi secchi”, cioè pensando di condividere solo i benefici ma non i rischi.

 

LA MONETA COMPLEMENTARE CONTRO IL MALAFFARE

I finanziamenti pubblici sono da sempre oggetto di cupidigia da parte della criminalità di ogni tipo. La gestione pubblica di una massa enorme di denaro porta nei territori squilibri e opacità a tutto danno delle aziende oneste che si vedono costrette ad operare in un mercato drogato.

L’utilizzo della moneta complementare nel finanziamento delle opere pubbliche o nel sostegno finanziario alle aziende porterebbe invece chiarezza e onestà nei rapporti con lo Stato e le sue istituzioni.

Perché?

Per il semplice motivo che l’uso della M.C. presuppone l’inserimento delle aziende che la usano in un elenco ufficiale di aziende autorizzate; che le transazioni sarebbero tutte soggette al controllo di un gestore centrale e che alla fine le somme oggetto di finanziamento non potrebbero essere destinate a scopi diversi da quelli concordati. Il tutto dovrà avvenire all’interno di un circuito strettamente controllato, e il cui bilancio in dare ed avere alla fine dovrà essere pari a zero. La moneta fornita dallo Stato potrà quindi servire a pagare fornitori, imprese, dipendenti, e potrà essere restituita allo Stato tramite la fiscalità di ogni tipo. Lo Stato avrebbe il vantaggio di non portare grosse somme a debito nel ruolo della moneta ufficiale (l’euro) e di conseguenza non contribuire alla crescita del debito pubblico, ridiventando in tal modo proprietario e gestore di una sua “moneta” sulla quale però anch’esso sarà obbligato a rispettarne le regole per non inflazionarne la circolazione. Il beneficio per l’economia del Paese sarebbe evidente ed immediato, e porterebbe un incremento delle transazioni commerciali su tutto il territorio nazionale.

Giovani disoccupati di Salerno aderite alla cooperativa

Imthi sostiene una iniziativa di un cittadino salernitano: un giovane ventottenne disoccupato che ha deciso di non fare più domande di lavoro e darsi da fare per creare una cooperativa di giovani come lui che si mettano insieme e facciano numero per potersi proporre come una piccola comunità ed offrire servizi ai cittadini. Ogni possibile candidato deve essere un giovane (max 30 anni più o meno), con un diploma o delle competenze specifiche in qualche settore, e disoccupato. Chiunque ritenga di rientrare in questa descrizione può scrivere a [email protected] che provvederà a metterlo in contatto con l’autore dell’iniziativa.

Aspettare che arrivi la “proposta interessante” a volte può diventare veramente frustrante; in genere le proposte di lavoro riguardano sempre collaborazioni esterne, oppure contratti a tempo determinato (a volte anche solo una settimana) abbinati a compensi ridicoli.

Prendere in mano il proprio futuro diventa veramente necessario e indispensabile. L’unione fa la forza, restare da soli non si deve mai.

Per creare una cooperativa occorrono minimo 3 soci, ma è consigliabile arrivare almeno a 9 aderenti. Il capitale sociale da versare per ogni socio va da un minimo 25 € fino ad un massimo di 75.000 € ed è in dipendenza dello scopo che si intende attuale.  I tipi di cooperativa da prendere in considerazione sono i seguenti:

Cooperativa di produzione e lavoro

Cooperativa di servizi

Cooperativa sociale

La scelta tra questi tre tipi di cooperativa sarà in dipendenza delle decisioni prese da tutti i soci in funzione appunto dello scopo da raggiungere. In ogni caso lo scopo principale (vale a dire dare lavoro ai suoi soci) è raggiungibile con ognuno dei tre tipi in esame.

Iscriversi ad una cooperativa quindi non significa compilare un modulo e restare inattivi ad aspettare gli eventi decisi da altri, ma impegnarsi direttamente INSIEME agli altri per il proprio futuro e per quello dei propri figli.

LA NOSTRA PROPOSTA CONCRETA ALLA CNA DI SALERNO

Abbiamo scritto alla CNA, Confederazione Nazionale dell’ Artigianato e della Piccola e Media impresa, proponendo la creazione a Salerno di un Circuito di Scambi in Compensazione Multilaterale. Ecco il testo della nostra lettera:

 

Spett/le CNA
Confederazione Nazionale dell’Artigianato e della Piccola e Media Impresa
Sede di Salerno, Corso Vittorio Emanuele, 75
Tel. 089/2583108 -2583161
Fax 089/2583165

Creare all’interno della CNA di Salerno un Circuito di Credito Commerciale Multilaterale in Compensazione per rispondere alla crisi di liquidità e alla scarsità di ordinativi.

Di cosa si tratta?

In Svizzera sono ben 60.000 le aziende iscritte al circuito del WIR, circuito che esiste fin dal lontano 1934, essendo nato dall’unione di diversi imprenditori come società cooperativa allo scopo di ottenere un aiuto reciproco per risollevarsi dalla grande crisi economica del ’29. Sono passati esattamente 83 anni da allora, e la banca di moneta complementare WIR BANK è ancora florida e salda al suo posto, ed è possibile visitarla a questo sito: wir.ch

In Sardegna il Sardex ha seguito l’esempio del WIR ed ha creato un circuito per rinvigorire gli scambi commerciali di oltre 3000 aziende sarde.

Molti non conoscono o diffidano di questo sistema di scambio, che altro non è che un darsi reciproca fiducia tra aziende di un determinato territorio, ed accettare pagamenti in crediti, spendibili liberamente all’interno del circuito stesso.

I vantaggi? Tanti! Eccone alcuni:

 

  • incremento del fatturato e allargamento del numero dei clienti, con riduzione dell’incidenza dei costi fissi sull’unità di prodotto
  • utilizzo del margine sul prezzo del proprio prodotto, per risparmiare sul costo degli acquisti
  • maggiore visibilità,  possibilità di fare promozioni
  • riduzione delle giacenze senza essere costretti a svenderle
  • riduzione dell’esposizione finanziaria con le banche
  • pagamenti immediati
  • riduzione degli insoluti
  • utilizzo della liquidità per altri investimenti o acquisti

Chiedo pertanto a cotesta spett.le segreteria la possibilità di un incontro presso la Vs. sede per discutere di persona su una iniziativa che, portata avanti dalla Vs. Confederazione, renderebbe maggiormente concreto e tangibile il contributo per il sostegno alla economia locale, a vantaggio di tutta la collettività di Salerno e dintorni.