MONETA COMPLEMENTARE E MODELLO RIACE

Nel famoso “Modello Riace” si parla di accoglienza ai migranti. Tale modello viene preso ad esempio come una riuscita integrazione tra i locali e i nuovi arrivi. Ma all’interno di questo Modello esiste anche un dettaglio che riguarda una moneta locale, che possiamo considerare a tutti gli effetti una moneta complementare. In cosa consiste?

Lo stanziamento dei fondi per l’accoglienza ha i suoi tempi, spesso molto lunghi; nel Modello Riace, si è ovviato da tempo a queste lunghe attese con l’emissione di una moneta locale costituita da voucher cartacei che vengono accettati come moneta dagli esercenti del territorio comunale. Chi accetta questa moneta potrà poi convertirla in euro quando arriveranno i fondi pubblici. Il risultato è che si riesce in questo modo a disporre della possibilità di spesa già da subito, senza aspettare l’erogazione dei fondi, che richiede in genere molto tempo.

Qualche riflessione: questa moneta, cartacea oltre tutto, non rispecchia uno dei requisiti basilari della moneta complementare: la non convertibilità con l’euro. Per i tanti motivi già esposti in altri articoli, questa caratteristica è necessaria per far restare gli scambi all’interno del circuito. Se la moneta può essere convertita con l’euro, in linea teorica potrà essere accettata da chiunque, quindi anche da chi non vive nel Comune di Riace. Altra riflessione è lo strumento cartaceo: gli scambi avvengono, a quanto pare, in maniera libera, facendo passare di mano i voucher cartacei, senza che lo scambio venga registrato da nessuna parte; questo potrebbe comportare la possibilità di falsificare i voucher e aumentare così artatamente il circolante, molto di più di quello che poi sarebbe il suo fondamentale di riferimento, cioè l’ammontare dei fondi pubblici destinato a questo progetto.

Infine, tutto questo si tiene solo perché esistono dei fondi forniti dallo Stato, quindi il circuito dipende da queste erogazioni. Nel momento in cui queste erogazioni dovessero diminuire, o addirittura venir meno, cade tutto il castello.

Lasciamo qui il discorso e ognuno faccia le sue considerazioni sul Modello Riace, almeno per l’aspetto che riguarda questa moneta: valido…? Non valido…?

Fonte

SARDEX ANCHE PER I PRIVATI

350 milioni di euro di transato dal suo inizio. Un successo per questa moneta sarda, che accoglie 4000 imprese nel suo circuito. Ma con i suoi circuiti “fratelli” è presente in tutta Italia toccando oltre 10.000 associati. Ora l’apertura ai privati è il punto di svolta: l’obiettivo (iniziale) è i 100.000 iscritti.

Ma come è possibile introdurre anche i privati in un circuito di tipo commerciale come questo e i suoi gemelli? Cosa possono apportare, i privati, se non vendono merci o non forniscono servizi alle aziende inscritte? L’idea è di fornire loro una carta ricaricabile, da spendere nelle aziende del circuito. Ma come sarà possibile caricare crediti sulla carta per un privato? Così: il privato, in possesso della carta ricaricabile, che è possibile ritirare in ognuna delle sedi delle aziende aderenti all’iniziativa, al momento di un acquisto in euro in un negozio del circuito, si vedrà caricati sulla carta un certo numero di crediti, in una percentuale della spesa, stabilita dal negoziante stesso. I crediti accumulati poi potranno essere spesi ovunque all’interno del circuito stesso.

Sembrerebbe una normale operazione promozionale di scontistica, ma non è così, e la differenza la mostra la percentule di crediti ricaricabili sulla carta in relazione al valore in euro dell’acquisto eseguito: a seconda del negozio in cui si acquista, tale percentuale potrà essere anche del 100%! In pratica acquisti 50 euro di merci e vedrai sulla carta una ricarica di 50 crediti sardex, che si potranno spendere in qualsiasi altro negozio del circuito! Questo significa dimezzare il prezzo degli acquisti fatti. Naturalmente ogni negozio stabilirà liberamente quale sarà la percentuale di ricarica.

L’iniziativa è semplice quanto efficace, e il sito di riferimento è www.bisoo.it dove ogni sardo potrà iscriversi. Peccato che non sia per ora possibile farlo a chi abita nelle altre regioni!

Ah, un’ultima cosa: la tessera ricaricabile è, ovviamente, gratis.