CENTRI COMMERCIALI NATURALI

Cosa sono…?

Si pensi ad un gruppo di negozi situati tutti in uno stesso quartiere di una città. Ognuno di essi ha una sua peculiarità: chi vende alimentari, chi abbigliamento, qualcuno è specializzato in articoli sportivi, qualcun altro vende articoli da regalo… poi ci sono alcuni bar, delle trattorie…

Insomma un tessuto di varie attività. Ora si pensi a tutti questi esercizi commerciali che si incontrano e si organizzano per programmare insieme attività promozionali, campagne informative, premi fedeltà… decidono di creare un punto comune in rete e dare ai loro clienti l’opportunità di tesaurizzare gli acquisti fatti in ognuno di essi, mediante una card, o uno smart-phone, o altro.

Ecco che si è creato un Centro Commerciale Naturale. Centro commerciale in quanto li unisce una comune strategia commerciale; Naturale, perchè hanno tutti una ragione ovvia di stare insieme e organizzarsi: sono tutti nello stesso quartiere.

Di questa organizzazione tra aziende, ognuna autonoma ma con degli interessi comuni, si era già parlato quando si è discusso delle Reti di Imprese. In questo caso si tratta di qualcosa di più spontaneo ed immediato: mettersi insieme, perché l’unione fa la forza, per contrastare lo strapotere dei Centri Commerciali, quelli classici, che però di solito sono fuori della città e per raggiungerli bisogna usare l’auto, la metro, o insomma un mezzo quale che sia.

In questo caso la similitudine è più attinente a quella dell’Albergo Diffuso.

Per chi voglia approfondire ulteriormente questo concetto, c’è un interessante articolo QUI. Oppure potete contattarci direttamente tramite una mail a info @ imthi.it

Ma sostanzialmente ci sembra che i vantaggi, sia da parte dei gestori gli esercizi, che da parte dei loro clienti, sia evidente.

 

 

IL CROLLO DEL BITCOIN

E’ successo: il valore del bitcoin, dopo un aumento asintotico delle ultime settimane, è crollato

Era una notizia prevedibile con largo anticipo: la bolla della criptovaluta in questi ultimi mesi si era gonfiata talmente da far presagire uno schianto imminente. E guarda caso prima di Natale c’è stato lo sgonfiamento improvviso della sua valutazione: dall’aver toccato quasi i 20.000 € è precipitata al poco più di 10.000 € con uno tonfo del 40%.

La grandissima variabilità della valutazione di questa criptomoneta la rende di per se inadatta per gli scambi concreti basati su merci e servizi reali, che possiedono un loro valore intrinseco. Se diamo un’occhiata all’andamento del prezzo del bitcoin negli anni:

si può notare l’altissima oscillazione del suo valore, il che la rende più adatta a speculazioni finanziarie che non ad essere utilizata nella vita reale.

(grafico tratto da: money.it)

Si precisa qui per l’ennesima volta che la Moneta Complementare che proponiamo qui NON HA NULLA A CHE FARE con questo tipo di criptomoneta: i meccanismi che sono alla base del bitcoin sono di tipo tutt’affatto diverso e completamente slegati dalla realtà concreta. La differenza sostanziale, oltre alla natura intrinseca della moneta, è che il bitcoin, come tante altre criptovalute speculative, è commerciabile, e subisce la dittatura della legge della domanda e dell’offerta, cosa che non esiste per la nostra Moneta Complementare, essendo essa inconvertibile e il cui valore è fissato a quello dell’euro.

La tracciabilità del bitcoin infine è controversa, e non semplice da effettuare.

Ricordiamo che la nostra Moneta Complementare invece ha caratteristiche esattamente contrarie:  i suoi scambi sono tutti registrati in chiaro in un archivio centralizzato, con relativi dettagli delle persone fisiche e giuridiche che effettuano gli acquisti e le vendite: insomma tutto alla luce del sole!

LA MONETA COMPLEMENTARE CONTRO IL MALAFFARE

I finanziamenti pubblici sono da sempre oggetto di cupidigia da parte della criminalità di ogni tipo. La gestione pubblica di una massa enorme di denaro porta nei territori squilibri e opacità a tutto danno delle aziende oneste che si vedono costrette ad operare in un mercato drogato.

L’utilizzo della moneta complementare nel finanziamento delle opere pubbliche o nel sostegno finanziario alle aziende porterebbe invece chiarezza e onestà nei rapporti con lo Stato e le sue istituzioni.

Perché?

Per il semplice motivo che l’uso della M.C. presuppone l’inserimento delle aziende che la usano in un elenco ufficiale di aziende autorizzate; che le transazioni sarebbero tutte soggette al controllo di un gestore centrale e che alla fine le somme oggetto di finanziamento non potrebbero essere destinate a scopi diversi da quelli concordati. Il tutto dovrà avvenire all’interno di un circuito strettamente controllato, e il cui bilancio in dare ed avere alla fine dovrà essere pari a zero. La moneta fornita dallo Stato potrà quindi servire a pagare fornitori, imprese, dipendenti, e potrà essere restituita allo Stato tramite la fiscalità di ogni tipo. Lo Stato avrebbe il vantaggio di non portare grosse somme a debito nel ruolo della moneta ufficiale (l’euro) e di conseguenza non contribuire alla crescita del debito pubblico, ridiventando in tal modo proprietario e gestore di una sua “moneta” sulla quale però anch’esso sarà obbligato a rispettarne le regole per non inflazionarne la circolazione. Il beneficio per l’economia del Paese sarebbe evidente ed immediato, e porterebbe un incremento delle transazioni commerciali su tutto il territorio nazionale.