LA MONETA COMPLEMENTARE CONTRO IL MALAFFARE

I finanziamenti pubblici sono da sempre oggetto di cupidigia da parte della criminalità di ogni tipo. La gestione pubblica di una massa enorme di denaro porta nei territori squilibri e opacità a tutto danno delle aziende oneste che si vedono costrette ad operare in un mercato drogato.

L’utilizzo della moneta complementare nel finanziamento delle opere pubbliche o nel sostegno finanziario alle aziende porterebbe invece chiarezza e onestà nei rapporti con lo Stato e le sue istituzioni.

Perché?

Per il semplice motivo che l’uso della M.C. presuppone l’inserimento delle aziende che la usano in un elenco ufficiale di aziende autorizzate; che le transazioni sarebbero tutte soggette al controllo di un gestore centrale e che alla fine le somme oggetto di finanziamento non potrebbero essere destinate a scopi diversi da quelli concordati. Il tutto dovrà avvenire all’interno di un circuito strettamente controllato, e il cui bilancio in dare ed avere alla fine dovrà essere pari a zero. La moneta fornita dallo Stato potrà quindi servire a pagare fornitori, imprese, dipendenti, e potrà essere restituita allo Stato tramite la fiscalità di ogni tipo. Lo Stato avrebbe il vantaggio di non portare grosse somme a debito nel ruolo della moneta ufficiale (l’euro) e di conseguenza non contribuire alla crescita del debito pubblico, ridiventando in tal modo proprietario e gestore di una sua “moneta” sulla quale però anch’esso sarà obbligato a rispettarne le regole per non inflazionarne la circolazione. Il beneficio per l’economia del Paese sarebbe evidente ed immediato, e porterebbe un incremento delle transazioni commerciali su tutto il territorio nazionale.

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