ConfeserFidi e Sardex colaborano in Sicilia e Sardegna

Sono circa 20.000 le imprese che possono usufruire della sinergia creata con la collaborazione tra ConfeserFidi, con 9.000 aziende associate, e Sardex.  In Base a questo accordo, le imrese aderenti alle due realtà potranno essere iscritte e beneficiare delle prstazioni elargite dalle due aziende, creando così una maggiore integrazione economica tra le aziende sarde e quelle siciliane.

La notizia può essere approfondita QUI

SARDEX RAGGIUNGE QUOTA 4000 AZIENDE ISCRITTE

La moneta complementare sarda sta incrementando il suo successo, con la partecipazione di sempre più aziende sarde al suo circuito di credito. Segno che una moneta complementare ben fatta, concepita per l’utilizzatore e non per ricavarne profitti speculativi, non ha timore del tempo e delle critiche. Molti ancora confondono questo tipo di moneta complementare, con le criptovalute tipo bit-coin, ma sono due cose assolutamente diverse.

Fonte

SARDEX VA VERSO IL PRIVATO?

B2B, B2E e B2C, cosa sono queste che sembrano dele espressioni algebriche? Sono semplicemente degli acronimi che indicano un sistema di rapporti commerciali:

B2B significa letteralmente “Business to Business” e vuol, dire che stiamo parlando di rapporti tra aziende (Business), quindi scambi da una azienda ad un’altra azienda. E’ il classico rapporto commerciale che prevede una partita IVA, fatture e tutti gli adempimenti che competono alle aziende commerciali, compresa l’ormai obbligatoria fattura elettronica:

B2E significa “Business to Employee” e indica lo scambio che avviene tra un’azienda e i suoi dipendenti; parliamo quindi di compensi, retribuzioni, che possono avvenire, nel caso della moneta complementare anche tutto o in parte in barter;

Poi c’è il B2C, molto atteso nel mondo della Moneta Complementare, e che riguarda gli scambi tra le aziende e i privati cittadini (Business to Consumer). Questo scambio non è tanto semplice da implementare, in quanto i privati, essendo privati, non hanno obblighi contabili di nessun genere e quindi risulta difficile, in un campo come quello delle monete complementari, in cui tutto va registrato, instaurare un rapporto soddisfacente, che rispetti naturalmente la fiscalità italiana.

SARDEX ha questo ambiziono obiettivo: far entrare anche i privati nel circuito di Scambio in barter. Il meccanismo utilizzato sembra debba essere quello dei “punti”, che ogni azienda iscritta al circuito potrà assegnare ad un suo cliente privato nel momento in cui egli fa un acquisto, di un bene o di un servizio. Questi “punti” che non sono altro che quantità di moneta complementare (in questo caso di sardex) potranno poi essere spesi dal privato in qualunque azienda iscritta al circuito. Un’idea semplice e che può funzionare molto bene: mentre l’azienda acquisisce crediti in sardex vendendo i suoi beni o i suoi servizi, il privato li acquisisce facendo la “spesa” presso queste aziende, le quali accreditano sul conto speciale del loro cliente una certa percentuale in sardex del prezzo pagato.

Osserviamo con attenzione questo ulteriore sviluppo dell’interessantissimo progetto sardo, nella speranza che presto l’esperimento possa estendersi in tutta Italia.

Fonte: Forbes

SARDEX ANCHE PER I PRIVATI

350 milioni di euro di transato dal suo inizio. Un successo per questa moneta sarda, che accoglie 4000 imprese nel suo circuito. Ma con i suoi circuiti “fratelli” è presente in tutta Italia toccando oltre 10.000 associati. Ora l’apertura ai privati è il punto di svolta: l’obiettivo (iniziale) è i 100.000 iscritti.

Ma come è possibile introdurre anche i privati in un circuito di tipo commerciale come questo e i suoi gemelli? Cosa possono apportare, i privati, se non vendono merci o non forniscono servizi alle aziende inscritte? L’idea è di fornire loro una carta ricaricabile, da spendere nelle aziende del circuito. Ma come sarà possibile caricare crediti sulla carta per un privato? Così: il privato, in possesso della carta ricaricabile, che è possibile ritirare in ognuna delle sedi delle aziende aderenti all’iniziativa, al momento di un acquisto in euro in un negozio del circuito, si vedrà caricati sulla carta un certo numero di crediti, in una percentuale della spesa, stabilita dal negoziante stesso. I crediti accumulati poi potranno essere spesi ovunque all’interno del circuito stesso.

Sembrerebbe una normale operazione promozionale di scontistica, ma non è così, e la differenza la mostra la percentule di crediti ricaricabili sulla carta in relazione al valore in euro dell’acquisto eseguito: a seconda del negozio in cui si acquista, tale percentuale potrà essere anche del 100%! In pratica acquisti 50 euro di merci e vedrai sulla carta una ricarica di 50 crediti sardex, che si potranno spendere in qualsiasi altro negozio del circuito! Questo significa dimezzare il prezzo degli acquisti fatti. Naturalmente ogni negozio stabilirà liberamente quale sarà la percentuale di ricarica.

L’iniziativa è semplice quanto efficace, e il sito di riferimento è www.bisoo.it dove ogni sardo potrà iscriversi. Peccato che non sia per ora possibile farlo a chi abita nelle altre regioni!

Ah, un’ultima cosa: la tessera ricaricabile è, ovviamente, gratis.

FIERA SARDEX A ORISTANO

In occasione dell’incontro fieristico organizzato da Sardex a Oristano tra il 16 e il 17 giugno all’ Horse Country Resort, cogliamo lo spunto per valutare i risultati di questa bellissima esperienza sarda:

6000 conti aperti tra B2B (Business to Business) e B2E (Business to Employee), con un transato di quasi 300 milioni di euro equivalenti. Non c’è che dire! Solo tanti complimenti al Sardex e ai suoi iscritti!

FONTE

A che punto è il SARDEX

In Sardegna 2500 imprese pagano gli stipendi in sardex acquistando beni e servizi con la stessa moneta.  Sono 1200 i dipendenti di aziende iscritte al circuito che hanno chiesto di ricevere lo stipendio in sardex. Se la Regione Sardegna avesse l’intelligenza di concedere il pagamento di parte delle tasse regionali in sardex, il boom sarebbe completo.

Negli ultimi anni il sardex ha esteso la sua filosofia anche ad altre regioni:

in Piemonte c’è il Piemex.net, in Emilia Romagna il Liberex.net, nelle  Marche il Marchex.net, nel Lazio è partito il Tibex.net, nella zona del Sannio, Avellinese e Molise è partito anche il Samex.net, in Sicilia tenta l’impresa il Sicanex.net, in Abruzzo l’ Abrex.net e infine in  Lombardia, con il beneplacito della stessa Regione, è attivo il Linx.net

Anche il financial Time si è accorto di questa piccola grande rivoluzione che sta avvenendo in Sardegna (vedi immagine in testa di articolo).

Tratto da sardex.net

SARDEX: LA MONETA CHE SPOPOLA IN SARDEGNA

In sardegna sono già in tanti gli imprenditori e le aziende che pagano gli stipendi, in tutto o in parte, ai dipendenti in sardex. E dalla Sardegna, il progetto si sta estendendo pian piano anche alle altre regioni: in Piemonte (Piemex.net), Emilia Romagna (Liberex.net), Marche (Marchex.net), Lazio (Tibex.net), nella zona del Sannio (Samex.net), in Sicilia (Sicanex.net), in Abruzzo (Abrex.net) e in Lombardia (Linx.net)”.

Pensate come sarebbe difficile fare tutto ciò con l’Euro e soprattutto con le banche che chiudono i rubinetti”. Insomma in Sardegna ormai si vive senza Euro. La moneta imposta dall’Ue si usa per le spese ordinarie, per tutto il resto si usa Sardex.

L’obiettivo di SARDEX per il 2015 è quello di arrivare a più di 3250 imprese. E passare dai 30 milioni di transazioni del 2014 a 60 del 2015.

Carlo Mancosu, uno degli ideatori di Sardex, ha un solo rimpianto: “Le tasse allo Stato vanno pagate in Euro, se si potessero pagare in Sardex forse le cose andrebbero in modo diverso”.

sardex-net

IL SARDEX: LA MONETA DELLA SARDEGNA

Sono oltre 600 le aziende sarde affiliate al circuito della moneta complementare sarda, denominata SARDEX.  Come l’esperienza del WIR svizzero, anche il SARDEX utilizza il sistema della Camera di Compensazione (la banca virtuale) per la realizzazione di fidi a vantaggio degli iscritti. Fidi con cui è possibile acquistare merci e servizi e pagare con altre merci e/o servizi. Qui, al contrario del WIR però (in cui era previsto un tasso dello 0.5% ) non è previsto alcun interesse per il prestito (fido). Il criterio è esattamente quello di cui una banca tradizionale non vi parlerà mai: solidarietà e mutuo soccorso. Un’azienda in difficoltà non sarà mai lasciata sola, ma sarà aiutata dagli iscritti a produrre e vendere, attuando quel principio etico della mutua assistenza che consente alle aziende presenti nel circuito di lavorare e crescere.

Ora, dopo anni di esperienze con le aziende, quindi con i soggetti a partita IVA, sta partendo anche il progetto per i privati, per una integrazione totale dell’economia sarda.

IL RUOLO DELLA REGIONE

Nel progetto del SARDEX potrebbe essere coinvolta anche la regione Sardegna. In che modo? Essa potrebbe essere garante di un importo di circa 20 milioni di euro (storia del marzo 2013) con cui verranno garantiti 500 sardex  al mese a 10.000 disoccupati sardi. E la stessa regione fornirà servizi al circuito: trasporti, affitto locali pubblici, piccoli pagamenti di tributi…

 
Vedi anche:

Sardex, moneta a chilometri zero. Ecco come funziona e quanto vale

e il sito del Sardex