IL BARTER FINANZA ALTERNATIVA

Un interessante articolo di Vincenzo Imperatore, giornalista e pubblicista, sul ruolo del Barter come integratore di liquidità e di gestione finanziaria in alternativa a quella classica.

Il problema di oggi, spiega Imperatore, è che non mancano né i beni, né chi eroga servizi; quello che manca è invece la liquidità. Esiste una grande massa di denaro contante congelato sui conti correnti o immobilizzato in titoli finanziari o immobiliari. Il ruolo della moneta, quello originario, di facilitare gli scambi commerciali, viene così meno. Come si potrà attuare una compravendita, se non si riesce a disporre del mezzo di scambio del valore dei beni e dei servizi offerti?

In realtà, il valore è intrinseco al bene scambiato, anzi è costituito dal bene stesso. Il Barter quindi non fa altro che tirare fuori questo valore, e offrirlo “in cambio” di un altro bene o servizio. Il problema nasce quando i due contraenti non trovano accordo sul tipo di beni da scambiare ed è qui che interviene il meccanismo del Barter: in cambio di un servizio ricevuto, o di una merce acquistata, non viene offerto un altro bene, ma viene riconosciuto un “credito” al venditore; questo credito per comodità lo possiamo chiamare “buono“, “punto” oppure “moneta complementare“, perché in realtà non sostituisce la moneta ufficiale ma la affianca. Questa “moneta complementare” potrà poi essere utilizzata dal venditore per acquistare a sua volta beni e/o servizi da chi riconosce questo credito, vale a dire tutti coloro che iscrivendosi nel circuito della moneta complementare, ne accettano le regole.

Chi può aderire ad un circuito del genere…? Non certo chi non ha arte né parte! Nemmeno chi non ha nulla da offrire in vendita! Può aderire, e gli conviene farlo, solo chi ha cose da vendere: oggetti, fondi di magazzino, articoli invenduti, oppure ha una struttura capace di erogare servizi in quantità superiore alla domanda dei suoi attuali clienti. In pratica il risultato che si ottiene è un incremento  del proprio giro di affari, con aumento del fatturato e relativo abbassamento della quota di costi fissi sul venduto, cosa che gli consentirebbe anche un maggior margine di guadagno.

In tutto questo, quello che manca per far diventare davvero il Barter complementare alla moneta corrente, è il suo utilizzo anche nel pagamento delle tasse, bollette utenze e tributi vari. Ma questa possibilità è solo una questione di volontà politica. Noi ci limitiamo a dire che una tale possibilità farebbe dilagare questo sistema di pagamento e contribuirebbe non poco alla scomparsa della disoccupazione.: poter pagare le utenze (acqua, luce, gas, telefono…) e, perché no, anche le tasse, con il proprio lavoro, è la soluzione ideale per chi ha capacità di lavoro ma non riesce a trovare chi sia disposto a pagarlo con la moneta ufficiale.

Per chi vuole leggere l’articolo di Imperatore, questo è il link:

Corporate Barter: un baratto come soluzione di finanza alternativa

Lascia un commento